07/09/2025 | Percorsi Formativi Asti | METODOLOGIA E DIDATTICA
NUOVE INDICAZIONI: QUALI METODOLOGIE?
Sabato 25 ottobre, nel salone del seminario, l’Aimc di Asti ha organizzato un convegno dal titolo: “Nuove indicazioni: quali metodologie?”
Sabato 25 ottobre, nel salone del seminario, l’Aimc di Asti ha organizzato un convegno dal titolo: “Nuove indicazioni: quali metodologie?”
Perché iniziare con una domanda? Per riflettere su un documento che, fin dalla sua prima bozza, ha animato molto il dibattito in tante sedi associative e ha raccolto numerose critiche da parte di pedagogisti ed esperti del mondo della scuola.
Sono intervenuti Italo Fiorin, Sara Nosari e Mario Maviglia, grandi relatori che danno gusto alla professione. Hanno proposto con le loro parole, dimensioni su cui riflettere ed in cui riconoscersi, alimentando la passione per la Scuola.
Italo Fiorin ha sottolineato come sia corretto attuare modifiche in un testo che dà indicazioni alla scuola, per inserire aggiornamenti che tengano conto delle nuove sfide, come può essere ad esempio l’intelligenza artificiale, ma è necessario che questo venga fatto in un’ottica di continuità innovativa. Non si giustifica invece il tentativo di ricominciare tutto da capo, stilando un documento totalmente diverso, come è il testo delle Indicazioni 2025, nel quale sembrano manifestarsi tre ossessioni. La prima è un’ossessione occidentale, ben palese nell’affermazione: “Solo l’Occidente conosce la storia”. La seconda riguarda il ripetuto accento sull’identità nazionale, espressa in forma nazionalistica. La terza è una sorta di deriva autoritaria con l’utilizzo del termine “Magister” e la sottolineatura di una scuola come sede dell’insegnamento anziché dell’apprendimento. Fiorin invita la scuola ad essere consapevole della propria autonomia, tenendo conto della prescrittività degli obiettivi presenti nel nuovo documento, ma avendo ben presente lo spazio di responsabilità che compete a chi invece nella scuola lavora.
Sara Nosari ha iniziato il suo intervento con uno stralcio delle memorie del Maestro Alberto Argellani per indicare come compito essenziale di un insegnante sia quello di infondere il desiderio di sapere, sviluppare il germe della curiosità. Chi lavora nella scuola deve essere animato costantemente da una sana insoddisfazione che conduca sempre a possibilità ulteriori e cambiamenti sostenibili, per continuare ad alimentare il desiderio di crescere e migliorare. Occorre formare a problematizzare, lavorare anche sul non cognitivo per potenziare la sensibilità verso un’idea di umanità aperta, valorizzando l’unicità dei soggetti per orientare il loro successo.
Mario Maviglia ha sviluppato una riflessione sulla ricerca di un giusto equilibrio tra la libertà di insegnamento, l’autonomia scolastica e le Indicazioni nazionali. Ripercorrendo le linee principali della legge sull’autonomia scolastica vengono distinti i compiti del legislatore rispetto a quelli della scuola. Nel nuovo testo delle Indicazioni sono riportati molti contenuti dell’insegnamento, la cui scelta invece compete agli insegnanti. Sembrerebbero Programmi anziché Indicazioni, e questo porterebbe ad un notevole passo indietro nel tempo. La libertà di insegnamento deve essere fatta salva al fine di garantire il diritto all’apprendimento.
Tutti i relatori hanno proposto, con le loro parole, dimensioni su cui riflettere ed in cui riconoscersi, alimentando la passione per la Scuola, trasformando così il convegno, gratuito per gli associati all’Aimc, in un grande regalo per chi crede ancora in una scuola con la S maiuscola!
A.C.
ll convegno si colloca in una fase di transizione significativa per il sistema educativo italiano, alla luce delle Indicazioni Nazionali 2025 rivolte alla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.
Le nuove linee guida, pur dichiarando l’intento di sostenere l’unitarietà del curricolo e promuovere il successo formativo di tutti, sollevano interrogativi importanti rispetto alla tenuta dell’autonomia delle scuole e alla qualità pedagogica dell’offerta formativa:
- i nodi critici emersi nel dibattito riguardano l’enfasi posta su standard e traguardi di competenza rigidamente definiti;
- il rischio di una crescente centralizzazione delle scelte didattiche e la marginalizzazione del valore dei contesti, delle comunità educanti e delle pratiche inclusive;
- la scarsa attenzione a pratiche capaci di tenere insieme cura, conoscenza e cittadinanza, in un’ottica di continuità educativa e di valorizzazione dell’esperienza, fin dai primi anni di scuola.
In tale scenario, il ruolo delle scuole e in particolare dei docenti diventa cruciale nel riaffermare il diritto all’educazione come esperienza significativa, partecipata e relazionale.
Il convegno intende offrire un’occasione di confronto tra, insegnanti, ricercatori , formatori e dirigenti per interrogarsi su come, alla luce del nuovo documento ministeriale, gli insegnanti possano progettare gli ambienti di apprendimento capaci di “emozionare cognitivamente”,ambienti che, nella loro dimensione organizzativa, metodologica e relazionale, possano rappresentare la leva per affermare la centralità del bambino e del ragazzo come soggetti attivi nel proprio percorso di crescita.
Il convegno vuole:
- Riflettere su spazi di autonomia ancora praticabili.
- Valorizzare l’ambiente di apprendimento come leva per contrastare un’idea troppo tecnica e fredda dell’educazione.
- Riaffermare la centralità del bambino e del ragazzo come soggetti attivi.
- Promuovere pratiche educative che integrano cura, conoscenza e cittadinanza.
Programma 25 ottobre 2025
Mattino
- Ore 8.30-9.00 accoglienza
Moderatore Federico Gasparetto
Ore 9.00/.10.00 Intervento di Fiorin metodologie: “Nuove Indicazioni? La questione del curricolo”
Ore 10.00/ 11.00 intervento Nosari “Nuove indicazioni nazionali: quali nuove sfide per la scuola?”
Ore 11.00 / 11.15 break
Ore 11.15/12.15 intervento di Maviglia: “Libertà d’insegnamento, Autonomia scolastica e Indicazioni Nazionali: alla ricerca di un equilibrio”
Ore 12.15/13.00 domande


